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L’uomo - Francesco Guccini
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L’uomo - Francesco Guccini
Senza l'ultima parola, frase saggia da citarsi
Piegò il capo sul cuscino, quasi per addormentarsi
Senza un grido, senza un nome, senza motti, senza un suono
Né il rumore di battaglie, era morto un altro uomo
Restò solo qualcosa che volò nell'aria calma e poi svanì
Per dove non sapremo mai
Mai, mai, mai, mai, mai...

C'era buio nella stanza, di malato un greve odore
E una lieve, pazza danza di mosconi in amore
Lievi ronzan le preghiere, poi qualcuno se n'è accorto
Si alzò atroce nella sera, solo un chiaro grido: "È morto!"
Restò solo qualcosa che volò nell'aria calma e poi svanì
Per dove non sapremo mai
Mai, mai, mai, mai, mai...

Svelti accorrono gli astanti: "Com'è morto?", "Com'è andata?"
Sfrigolava ormai sui pianti la candela già bruciata
Gli composero le braccia, si ravviò la rada chioma
Ondeggiava sulla faccia del rosario la corona
Restò solo qualcosa che volò nell'aria calma e poi svanì
Per dove non sapremo mai
Mai, mai, mai, mai, mai...

Si frugò dentro ai ricordi di una vita ormai finita
Si guardò dentro ai cassetti colmi di carta ingiallita
"Questa foto è per la figlia", "L'orologio qui a chi tocca?"
"Meglio gli chiudiate gli occhi", "Meglio chiudergli la bocca"
Restò solo qualcosa che volò nell'aria calma e poi svanì
Per dove non sapremo mai
Mai, mai, mai, mai, mai...
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