0
Dialectatron punto VST - Uochi Toki
0 0

Dialectatron punto VST Uochi Toki

Dialectatron punto VST - Uochi Toki
Ok, apri il menù tendina... non lo stai aprendo, aprilo. Ok. Apri il menù tendina... ok. È fat...? Sì. Seleziona la voce "Inside joker dialectatron ita aberrant repeater ultra fake granulizer punto VST. Que... que... esatto. Ok. Input

Siamo quelli che
Quando entrano all'interno del raccordo
Quello grande
Quello anulare
Automaticamente cominciano a parlare
Coll'accento della capitale
Per imitazione per
Voglia di parlare in modo che
Diverso
Ci trasformi nel nostro ipotetico alter ego se noi fossimo di qui

De certo
Nun te devi impressiona'
Nun me chiamare stronzo
Se me magno pezzi del discorso tuo
E te li vomito tutt'addosso
Devi da capi'
Che anche er più purista der dialetto nordico
Quando arranchi dentro al traffico te grida "li mortacci"
E poi "sti cazzi"
E poi "ma va' a morì ammazzato"
E nun ce scaja manco se te presenti tu romano
E io avrei presente che il suo dialetto è tuo
E noi siamo sul raccordo
E non smettiamo più di interregionalizzarci
Pervasi dai dialetti forti
Leggendo i cartelli delle industrie local
Ed inventandovici sopra una storia
Ogni città, ogni zona è sempre nuova
Ed impariamo distinzioni
Tra le sfumature linguistiche dei luoghi
O gli abissi che ci sono tra romani e marchigiani
Zoppicando a pronunciarli, ma provandoci
E forse devi da capì
Le differenze tra uno che parla dell'est
E uno che sta all'ovest
Tra quelli che è di Roma
E quelli che è maceratesi
E nun importa dove le persone è nati
Se hanno [?] espressioni dialettali
E nun è 'mpussibile imbarà
Nun te dic' na bucìa
Sei tu che forse hai questa distinzione netta
Fra chi italiana e chi dialetta
Sei tu che dimostri appartenenza e manchi di rispetto a quegli apolidi che
Ormai sono in maggiornaza
Anche se chi è un innesto
Non ha bisogno né di rispetto né di disprezzo
E si fa infettare presto dal fraseggio che tu parli svelto
Non sospettando affatto che io ti comprendo benissimo
Sì, guarda che ho capito cumpa'
Io 'rice cumpa'
Ma o' saccio bene che tu me vide come un estraneo alla tua comunità
E c'agg fa mo'? Me trasferisc'? Così viv' tutte e storie in miezz a vie e mezza vita la passo ad adattarmi e l'altra mezza cumm nu strunz' a dilaniarti i luoghi comuni di cui ora ti lamenti
Ora li salvi
Perché li credi importanti e non puoi abbandonarli
No, sarebbe troppo sbatti
E poi autoctoni mi guardano quando faccio quattro passi
Mi ricordano che io non son di qui
Massacrandomi di sguardi
Come se passando io violassi i loro spazi
Come se la mia presenza gli levasse residenza e identità dalla carta di
La tua famiglia è qui da secoli
La mia famiglia ha provenienza sparsa da ben più di quattro angoli
Sono un nomade stanziale
Appaio come un forestiero in ogni paese in cui vado ad abitare
Persino nella mia città natale
La mia lingua è un collage
La tua è gonfiata di collagene
Sono fissato con la genesi della parola
Non con l'igiene della stessa
E tu per agitare quella massa di persone già convinte
Fai passare me per un purista di una lingua priva di inflessioni
Solo perché uso il temine inflessioni
Mentre tu fai le flessioni
Io non salgo sulle navi di crociate per gli apostrofi
Pur sapendo dove metterli
Ma nemmeno navigo i baretti alla ricerca di quei motti
Custoditi dai vecchietti e
Non ti aspetto se aspetti di capire
Leggendo uno solo degli aspetti
Quando non aspetti di vedere gli altri
Comments (0)
The minimum comment length is 50 characters.
Information
There are no comments yet. You can be the first!
Login Register
Log into your account
And gain new opportunities
Forgot your password?