[Testo di "Giù Le Mani Da Caino"]
[Strofa 1]
Una voce poco fa
Ha definito la giustizia come legge applicata per vendetta
E se è quella del popolo è di Dio
Io la fischio dal loggione come stecca perché di 'sto tenore
Non si può contrabbandare per parola del Signore
Punto, miro e faccio fuoco e fiamme
Se mi guardo in giro; togliere il respiro
A un uomo chiuso in una cella è solamente un assassinio
Che cela il suo mandante nel diritto e complica il delitto
Circondandosi di complici che ammaccano il grilletto
Stando zitti cui garantisce un alibi da vittime
Costrette a uccidere per auto-difesa
E usate come pesi sopra al piatto dell'accusa
Ma il gioco, lo conosco, è da villani
E puoi pure strofinartele per mesi, le tue mani restan sporche
Come le coscienze di chi ancora ti sostiene
Mentre erigi forche come fossero altalene
E poi ci appendi le persone
Le lasci penzolare come stracci stesi al sole
Le asfissi in una stanza, o gli inietti una sostanza dentro al cuore
O glielo fai scoppiare da un plotone
La carne ai ferri è la tua vera religione e cerchi un capro nero
Lo pascoli in un cimitero e poi lo immoli
Su un altare in remissione dei peccati e di lui non hai memoria
Perché è solo un altro morto della storia
[Strofa 1]
Una voce poco fa
Ha definito la giustizia come legge applicata per vendetta
E se è quella del popolo è di Dio
Io la fischio dal loggione come stecca perché di 'sto tenore
Non si può contrabbandare per parola del Signore
Punto, miro e faccio fuoco e fiamme
Se mi guardo in giro; togliere il respiro
A un uomo chiuso in una cella è solamente un assassinio
Che cela il suo mandante nel diritto e complica il delitto
Circondandosi di complici che ammaccano il grilletto
Stando zitti cui garantisce un alibi da vittime
Costrette a uccidere per auto-difesa
E usate come pesi sopra al piatto dell'accusa
Ma il gioco, lo conosco, è da villani
E puoi pure strofinartele per mesi, le tue mani restan sporche
Come le coscienze di chi ancora ti sostiene
Mentre erigi forche come fossero altalene
E poi ci appendi le persone
Le lasci penzolare come stracci stesi al sole
Le asfissi in una stanza, o gli inietti una sostanza dentro al cuore
O glielo fai scoppiare da un plotone
La carne ai ferri è la tua vera religione e cerchi un capro nero
Lo pascoli in un cimitero e poi lo immoli
Su un altare in remissione dei peccati e di lui non hai memoria
Perché è solo un altro morto della storia
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