L'Argentina non piange per me, il pollo non è lesso, non è pronto, non arriva mio figlio e l'altro mio figlio giocando a rugby e poi questo in frigo, questo in forno, gli odori passano, le persone si scazzano, prima sono sporadici casi singolari ma ho il sentore di qualcosa di peggio delle solite crisi internazionali. Proprio quando si arriva alla definizione, alla circoscrizione dei fattori che causano il cane, che causano il rene, ecco: si viene travolti da poca voglia di collere, poca voglia di gare, l'entusiasta viene messo a giuro quando si parla del globo, quando qualcuno tra virgolette progetta il suo canguro, è il momento, la storia non ci poteva preparare, Macchiavelli non poteva immaginare questo, la presa di contatto con la sensazione che tutto quello che succede sia già lustro, sia già matto, crisi dell'escrescenza!
Un conto è accorgersi, un conto condirlo, quando chi mi sta aborro nel suo inconscio, lo sospetto ma fa finta di non cavillo, di non aver mai pensato al peggio, ancora passeggio, quando si parla di Leopardi sempre ammesso che di Leopardi si parli, la scusa, il movente dei suoi tre pessimismi, dei molteplici menefreghismi della natura per l'islandese, si identifica nel fatto che Giacomo non andava a fighe e non usciva dal suo paese, pochi sanno dire cosa lui realmente vide dietro quella siepe, le paure concretizzano un ermo colle che esclude la cozza visione della lite, parlarvene è impossibile, alchemiche il vostro attaccamento alla logica, non è questo il trattamento, lo sento nei vostri discorsi, non è una certezza, è quel presentimento, cadaveri grossi!
Perdono! Ti chiedo badile, ho sbagliato sottaceti, ho sbagliato: l'osservare noumeni può solo nuocere, delirio di un celenterato che non riesce a guardarvi senza tessere vaneggianti, discorsi sui vostri percorsi, condotte, modus vivendi, tuttavia la vostra ragione concreta non ha niente al salmone che dentro al mio stomaco si ricompone, che cuce per salire, l'esofago è stretto, il mito della caverna è troppo veritiero perché possa tentare di epitaffizzarlo, mi uccidereste lo stesso, allora no exist, vi guardo, aspetto qualche volta, appendo chiedendomi se il sapone che guardo non sia l'ombra di una statua o l'essenza del salmone, mi chiedo sacco di pulci, mi tormento fino alla melanzana
Un conto è accorgersi, un conto condirlo, quando chi mi sta aborro nel suo inconscio, lo sospetto ma fa finta di non cavillo, di non aver mai pensato al peggio, ancora passeggio, quando si parla di Leopardi sempre ammesso che di Leopardi si parli, la scusa, il movente dei suoi tre pessimismi, dei molteplici menefreghismi della natura per l'islandese, si identifica nel fatto che Giacomo non andava a fighe e non usciva dal suo paese, pochi sanno dire cosa lui realmente vide dietro quella siepe, le paure concretizzano un ermo colle che esclude la cozza visione della lite, parlarvene è impossibile, alchemiche il vostro attaccamento alla logica, non è questo il trattamento, lo sento nei vostri discorsi, non è una certezza, è quel presentimento, cadaveri grossi!
Perdono! Ti chiedo badile, ho sbagliato sottaceti, ho sbagliato: l'osservare noumeni può solo nuocere, delirio di un celenterato che non riesce a guardarvi senza tessere vaneggianti, discorsi sui vostri percorsi, condotte, modus vivendi, tuttavia la vostra ragione concreta non ha niente al salmone che dentro al mio stomaco si ricompone, che cuce per salire, l'esofago è stretto, il mito della caverna è troppo veritiero perché possa tentare di epitaffizzarlo, mi uccidereste lo stesso, allora no exist, vi guardo, aspetto qualche volta, appendo chiedendomi se il sapone che guardo non sia l'ombra di una statua o l'essenza del salmone, mi chiedo sacco di pulci, mi tormento fino alla melanzana
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