[Testo di "Tornava l'albatros"]
[Strofa 1]
Tornava l'albatros dopo un inverno eterno, immerso
Da un pezzo nel riflesso immenso e terso dell'oceano, sì, sì
Tornava allora nell'ora del cielo viola d'aurora
Dopo un inverno denso trascorso dentro la noia d'oro d'Europa
Solo allora planando dai piani alti tra i raggi caldi
Tra i canti degli altri scorgeva i suoi caldi e cari Caraibi
Vide le fronde dei manghi, le foglie dei mandorli
Le onde del porto infrangersi di colpo sulle frotte dei granchi bianchi
Aveva l'occhio dei grandi falchi e planando guardava
Mentre la piana esalava l'aroma dolce delle guayabas
Nessun'altra spiaggia chiara chiamava una altrettanta alba
Qua niente equiparava il panorama della plaza tra le luci della baia
In quel momento il cielo era argento e smalto, intenso e caldo
Poi magenta e arancio e in fondo solo un accento di bianco
E lui contento e stanco, ancora attento e scaltro
Trovava il compenso dei suoi viaggi nei villaggi di menta e calicanto
Ricalibrando vista e udito rivide il suo nido
Si rivide più piccolo nello stesso sito da cui era partito
Poi s'appoggiava stranito ad un cippo in granito sbiadito
Fradicio in ogni piuma di spuma di salnitro
[Ritornello]
Forse su, su nel vuoto l'aria sembra la stessa
Ma qua giù sopra il suolo qua la terra si è persa (My man)
C'è una, c'è una terra diversa (My man)
C'è una, c'è una... Poi, poi, poi
Forse su, su nel vuoto l'aria sembra la stessa
Ma qua giù sopra il suolo qua la terra si è persa (My man)
C'è una, c'è una terra diversa (My man)
C'è una, c'è una... Poi, poi, poi
[Strofa 1]
Tornava l'albatros dopo un inverno eterno, immerso
Da un pezzo nel riflesso immenso e terso dell'oceano, sì, sì
Tornava allora nell'ora del cielo viola d'aurora
Dopo un inverno denso trascorso dentro la noia d'oro d'Europa
Solo allora planando dai piani alti tra i raggi caldi
Tra i canti degli altri scorgeva i suoi caldi e cari Caraibi
Vide le fronde dei manghi, le foglie dei mandorli
Le onde del porto infrangersi di colpo sulle frotte dei granchi bianchi
Aveva l'occhio dei grandi falchi e planando guardava
Mentre la piana esalava l'aroma dolce delle guayabas
Nessun'altra spiaggia chiara chiamava una altrettanta alba
Qua niente equiparava il panorama della plaza tra le luci della baia
In quel momento il cielo era argento e smalto, intenso e caldo
Poi magenta e arancio e in fondo solo un accento di bianco
E lui contento e stanco, ancora attento e scaltro
Trovava il compenso dei suoi viaggi nei villaggi di menta e calicanto
Ricalibrando vista e udito rivide il suo nido
Si rivide più piccolo nello stesso sito da cui era partito
Poi s'appoggiava stranito ad un cippo in granito sbiadito
Fradicio in ogni piuma di spuma di salnitro
[Ritornello]
Forse su, su nel vuoto l'aria sembra la stessa
Ma qua giù sopra il suolo qua la terra si è persa (My man)
C'è una, c'è una terra diversa (My man)
C'è una, c'è una... Poi, poi, poi
Forse su, su nel vuoto l'aria sembra la stessa
Ma qua giù sopra il suolo qua la terra si è persa (My man)
C'è una, c'è una terra diversa (My man)
C'è una, c'è una... Poi, poi, poi
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